Uno stregone-monaco aveva fatto della magia la sua principale occupazione. Ne aveva penetrato i misteri così a fondo da riuscire, con l'aiuto di mantra, a trasformarsi in una tigre e ogni notte non mancava di esercitare il suo potere.
Ma questa metamorfosi gli ha fatto assumere le abitudini carnivore di questa bestia.
Il strega monaco che era diventato una tigre, era sempre consumato dal desiderio di mangiare carne umana.
Così iniziò a divorare i suoi discepoli.
Quando ogni notte uno di loro scompariva, una grande emozione regnava nel monastero e nel paese circostante.
Fu avviata un'indagine e, dopo mille ricerche, furono finalmente trovate ossa umane ammucchiate sotto il letto del sacerdote.
Sospettando una strana maledizione e temendo la sorte dei loro compagni, i monaci lasciarono la pagoda, ma non osarono lamentarsi apertamente.
Il strega monaco Rimasto solo, chiese ai fedeli del quartiere di mandargli dei bambini per servirlo.
Gliene furono portati sei o sette, che scomparvero tutti con grande stupore dei genitori.
D'ora in poi i bambini non le furono più affidati.
Il monaco si ridusse quindi a girare di notte per la zona, dove dovette accontentarsi di cani e maiali.
Una sera, dei commercianti di bufali vennero a cercare riparo per la notte nella sâla della pagoda.
Il strega monaco conoscendo la sua irresistibile passione e prevedendo il pericolo che quei poveretti stavano per correre, li avvertì che c'era una tigre molto pericolosa che si aggirava di notte intorno alla pagoda e che rischiavano di essere sbranati.
- Bah!" disse il capo della banda; "ho attraversato la foresta dove ci sono molte più tigri; qui non ho paura di nulla.
Ma dopo questo avvertimento, pensò di premunirsi contro ogni sorpresa e a questo scopo fece tre statuette di bufali di cera, che pose all'ingresso della sâla in cima alle scale, e poi, dopo aver recitato dei mantra che aveva ricevuto da uno stregone, andò a dormire con i suoi compagni.
La tigre arrivò, ma non appena raggiunse il pianerottolo della scala si trovò in presenza di tre bufali, non più di cera, ma di carne e sangue.
I mantra del mercante avevano fatto questa meraviglia.
Attaccata vigorosamente da questi formidabili avversari, la tigre fu presto fatta cadere, lanciata in aria e poi sventrata.
Quando i mercanti si svegliarono al mattino, trovarono il vecchio monaco morto accanto alle statue, con il ventre aperto e le interiora sparse.
Il capo, un po' strega anche lui, capì cosa era successo. Fece rimuovere il cadavere e, dopo aver preparato una pira adatta, gli diede fuoco.
Terminata la cerimonia, la carovana continuò il suo cammino. Ma la pagoda, pur liberata dal mostro, rimase abbandonata, colpita da una maledizione.
Di Charles HARDOUIN
Pubblicato nella Revue des traditions populaires,
1890, vol. V, pp. 696-708.
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